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sabato 31 marzo 2007

Bertinotti contestato alla Sapienza

Un'e.mail inviata a "segnalazioni" il 29/03 in merito alla contestazione avvenuta all'università due giorni prima.


Ho letto tutti gli articoli qui segnalati in merito alla contestazione subita ieri da Bertinotti alla Sapienza, e penso che per come è stata trattata da giornali e telegiornali manchino gli elementi fondamentali per inquadrare la vicenda. Non entrerò nel merito della delle modalità della protesta, ma credo che alcune contestualizzazioni siano indispensabili. I giornalisti sono del tutto estranei alla realtà universitaria, alla quale si accostano solo in queste circostanze, ed i politici che commentano ne sanno ancora meno.
Sarò il più breve possibile ma non voglio dare nulla per scontato.

Forse il primo punto da chiarire riguarda proprio il tema della "non violenza". Nessuna delle due organizzazioni che ha partecipato alla protesta si qualifica come "non violenta" ma non è neppure possibile definirle violente solo in forza di questo, o identificarle come gruppi di facinorosi dediti all'insulto sistematico: si tratta infatti i organizzazioni di studenti, che frequentano e fanno esami. [leggi tutto]

"Iniziativa di ricerca Scienza&Guerra - per indagare i rapporti tra comunità scientifica e potere". Introduzione.

Testo di presentazione dell'iniziativa distribuito nella Città Universitaria (La Sapienza) nei giorni precedenti il primo incontro. Questa che segue è la versione definitiva derivata da modificazioni successive da me stessa apportate al testo originario che avevo scritto, raccogliendo alcune indicazioni dei compagni ed infine ad aggiustamenti ulteriori decisi dall'assemblea di Collettivo del 1/03/2007.




"Consideriamo la scienza un’impresa internazionale e facciamo del nostro meglio per mettere da parte i disaccordi politici, nell'interesse della promozione della scienza stessa".

"Crediamo che sia essenziale che tutte le parti in causa facciano ogni sforzo per separare le differenze sociali e politiche dalla loro partecipazione alla ricerca ed alle pubblicazioni scientifiche. Il conseguimento della conoscenza scientifica necessita di trascendere da tali questioni."

Martin Blume, caporedattore della Physical Review.



Le frasi riportate sono piene di buon senso, di ragionevolezza, onestà intellettuale, il loro autore, viene naturale pensare, deve essere uomo dotato di grandi qualità come "imparzialità", "dedizione", "generosità".
Ci hanno abituati a credere nell’esistenza di un Bene Superiore, la "conoscenza scientifica", al cui conseguimento ognuno di noi si è votato e in nome del quale ogni altra "questione" va messa da parte, trascurata, perché irrilevante.
Possiamo continuare a crederlo tranquillamente, o possiamo porci alcune domande, cercare di scavare un po’ più a fondo, vedere di capire se quella che ci viene propinata è una verità comprovata o un’opinione tra tante, solo largamente diffusa, ma non per questo più esatta. Volendo iniziare dalle parole usate, potremmo domandarci: cos’è la scienza? Ed il Bene di cui si parla, di chi è? A cosa è superiore? Sono interrogativi solo apparentemente banali ai quali non è stata ancora data una risposta definitiva, universalmente riconosciuta, ma che - avremo modo di mostrarlo - oggi sono più che mai attuali. [leggi tutto]

venerdì 30 marzo 2007

Mamadou Ly, “IRAN 1978-1982, una rivoluzione reazionaria contro il sistema” - Prospettiva Edizioni - 2003, pp. 160, €14

(Pubblicato su "Segnalazioni" il 30/10/2006)

Iran 1978-1983

In questo libro si possono rintracciare molti spunti interessanti per un ulteriore approfondimento dei temi trattati nell’incontro con Antonello Sacchetti tenutosi alla libreria "Amore e Psiche". L’autore fornisce un nucleo essenziale di informazioni storiche, indispensabili per contestualizzare la rivoluzione iraniana, e chiarisce i punti fondamentali della politica degli scià, illustrando con precisione sia cosa comportasse per la popolazione la subordinazione a potenze straniere, sia la vera natura della cosiddetta “rivoluzione bianca”, che ha portato più che ad una liberalizzazione dei costumi, ad un’importazione coatta di costumi liberali ed ad una riforma agraria che ha illuso e finito di devastare le economie dei contadini poveri. [leggi tutto]