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giovedì 14 giugno 2007

Quello che non funziona...


Quasi tutto, quasi tutto.
Insomma pare che sabato sera, alla Stazione Tiburtina di Roma, i manifestanti ci abbiano messo del loro nel rendere la situazione poco gestibile. Certo il fatto che si neghino i treni speciali in questi casi è un problema grave che riguarda tutti, ma i modi per affrontarlo sono tanti e forse qualcuno quel giorno ha commesso sistematici errori di valutazione...
A leggere le dichiarazioni degli organizzatori poi sembra che siano nati numerosi nuovi leader "di movimento" e che ognuno di loro abbia fatto tutto da solo, magari con qualche aiutino...

Oggi pomeriggio nell'assemblea di collettivo abbiamo parlato per due ore e passa di quello che non funziona: di noi che siamo gli stessi da un paio di anni e gli studenti del primo e del secondo anno di corso non li conosciamo o quasi; delle iniziative che organiziamo che funzionano finché si mangia si beve e si balla (*), ma per il resto non ci viene quasi nessuno; della crisi di partecipazione che c'è in giro e del ruolo delle strutture organizzate che alla fine ognuno tira l'acqua al mulino suo e se gli altri sono pochi meglio perché così io conto di più. Chi tra di noi non fa parte di "contenitori" più ampi in linea di massima è di queste opinioni, è diffidente - forse in modo esasperato? - e si fa una gran quantità di domande, ma uno dei punti di contrapposizione più dura con la visione delle organizzazioni riguarda le modalità con cui si svolgono le assembleee, nel caso specifico quelle per preparare il 9 giugno: è venuto fuori che ci piacciono gli individui e l'idea di una assemblea che sia un parlamentino dei gruppettini non ci va giù, non abbiamo simpatia per le questioni di legittimità, per le anamnesi di chi porta il contributo del suo pensiero perché ci sembra più sano e naturale valutare il pensiero portato che non il portatore...
In buona sostanza siamo ingenui.

(*) Fanno eccezione le iniziative propriamente "scientifiche" in forma di seminari o incontri con esperti, sempre piuttosto affollate.

5 commenti:

La Tela di Penelope ha detto...

Bel post, condivisibile quando sottolinei le dinamiche gruppettare che vengono fuori *ogni volta* che si aprono spazi per il movimento. La tendenza a "riempirli" da parte dei caporioni dei gruppetti è una costante nella storia dei movimenti in italia. Ecco perchè sono sempre dubbioso quando le contrapposizioni nei percorsi politici vengono esasperate ad arte. Le ragioni di fondo ci sono, ma l'esasperazione del confronto tende a scivolare dai temi importanti verso una conflittualità organizzativa che è riproposizione di scontri tra "vertici". Una domanda. Fai parte di qualche collettivo universitario?
Ciao!

lalunacade ha detto...

Accidenti... inizio a pensare che anche se le nostra aspirazioni in senso lato si assomigliano, la nostra visione delle cose è inconciliabile! :)
Per quella che è la mia esperienza "le tendenze gruppettare" sono inestinguibili e perenni ma è propio quando gli spazi sono più chiusi che aperti che diventano dominanti: questa gente tende più che altro a riempire il vuoto...
L'organizzazione, il modo in cui la si concepisce e costruisce, è specchio ed espressione di divergenze di fondo, che - volendo esagerare - provengono dalla visione fondamentale dell'Uomo e della Storia (un certo fatalismo determinista duro a morire, ad esempio) che si abbraccia. E questo non riguarda solo i capetti purtroppo.
Sì, sono in un collettivo universitario e credo di aver sperimentato direttamente negli ultimi anni come la distanza con qualsiasi partito sia incolmabile, a causa della loro stessa natura.

La Tela di Penelope ha detto...

Non so se siano inconciliabili. Non mi sembrerebbe, ma forse non ho ben capito alcune cose :)
Mi era sembrato che tu stigmatizzassi proprio le stesse cose che stigmatizzo anche io. E' innegabile che con la riuscita della manifestazione il movimento abbia ottenuto una vittoria. Possiamo concordare su questo? Se sì, è ovvio che si aprono scenari in cui molti, spesso i soliti, tenteranno una svolta organizzativa. Quando parlavo di "gruppetti" non era per denigrare, ma per rimandare ad un passato recente, quello dei gruppi, di cui temo non siano state abbandonate le pratiche e le aspirazioni.
Tutto qui. Comunque... non faccio parte di nessun partito anche se guardo con simpatia a RC, l'avrai capito, ma solo fino a quando non abbandonerà il movimento, unico soggetto politico nel paese pienamente "rivoluzionario".
Ciao!

lalunacade ha detto...

Dai, inconciliabili non voleva dire incompatibili... Ecco però io oggi questa parola "movimento" la trovo sproporzionata, mi fa un po' sorridere, anche se capisco che la usi in senso lato. Dicevo solo che abbiamo un punto di vista che è diverso, che pensiamo cose diverse ma non avverse.
Ciao

Anonimo ha detto...

passavo e ti lascio un saluto...