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domenica 27 gennaio 2008

Il papa alla "Sapienza"

I link alla lettera di Cini, a quella dei 67 docenti e ad alcuni comunicati stampa e volantini di collettivi studenteschi. Seguono una rassegna stampa/web scelta e partigiana, alcuni documenti e petizioni in solidarietà con i docenti "dissidenti" della Sapienza, i link ad un paio di gallerie fotografiche della protesta.

  • Lettera aperta al rettore Guarini del professore emerito Marcello Cini e lettera dei 67 docenti di Scienze (qui)
  • un comunicato stampa dall'Università. 14.1.08: Comunicato stampa dei collettivi di fisica e scienza (qui)
  • un volantino dall'Università. 14.1.08: Volantino del LabSAS - Edward Seegar [Laboratorio Sociale per l'Autogestione dei Saperi] (qui)
  • un comunicato stampa dall'Università. 18.1.08: Comunicato stampa del Collettivo ResistenzaFISICA e del Coordinamento dei Collettivi (qui)
  • altri comunicati e documenti: da Uniriot Network (Rete per l'Autoformazione, qui) e da Collettivi.org (Coordinamento dei Collettivi, qui)

  • Solidarietà ai docenti della Sapienza a difesa della laicità del sapere
    al Presidente della Repubblica Italiana Napolitano, al Rettore della Sapienza Guarini
    La si può leggere e sottoscrivere qui
    (le adesioni al momento hanno superato le 20.300)
  • Comité International de Liaison des Athées et Libres Penseurs
    Appel aux organisations laïques en France, en Europe et dans le monde
    qui se réclament du principe de séparation des Églises et de l’État

    A l’occasion de la visite du pape en France
    Il testo è disponibile anche in inglese ed in spagnolo qui
  • Due documenti di solidarietà con i 67 docenti de "La Sapienza"
    con numerosissime firme (qui
    )


  • Photo Gallery "Sapienza Blindata e corteo" (Eidon Press) della "Rete per l'Autoformazione" (qui)
  • Photo Gallery "No Pope, more Dope" (qui)
[post in progress...]

lunedì 17 dicembre 2007

Che vergogna!

Con questa esclamazione inizia un appello [lettera - ndb] di Alex Zanotelli, una lucida e puntuale requisitoria contro l'operato della "sinistra radicale" (la cosiddetta Cosa rossa) per aver votato il 12 novembre, in silenzio, finanziamenti per i CPT, le missioni militari e il riarmo.
Sottobanco, mentre sui giornali infuria la polemica di quella "sinistra radicale" sulla finanziaria nelle parti legate al lavoro, la stessa, ad eccezione di Turigliatto e Rossi (che però non hanno sollevato uno scandalo), vota insieme agli altri, destre comprese, un aumento delle spese militari, portate così nei due anni di Prodi a +24%. Si è dato il via anche al finanziamento dei satelliti spia militari, le fregate e i nuovi aerei da combattimento, e solo per questi ultimi sono stati stanziati 318 milioni di euro per il 2008, 468 per il 2009, 918 per il 2010 e 1.100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2011 e 2012. Zanotelli esterna la propria delusione e rabbia per una "sinistra radicale" che "in piazza chiede la chiusura dei 'lager per gli immigrati', parla contro le guerre e l'imperialismo e poi vota con le destre per finanziarli". Denuncia il gravissimo silenzio stampa, "ma ancora più grave - dice - è il nostro silenzio: il mondo della pace che dorme sonni tranquilli!" [...]
M.N.

[dal numero attuale del quindicinale La Comune]

Sull'argomento:


lunedì 18 giugno 2007

La chiusa

Quando mi concentro a tempo pieno sulle scadenze universitarie perdo la capacità di pensare ad altro, peggio ancora di scrivere di altro, specialmente se sono impegnata nella preparazioni di esami obbligatori di cui mi interessa poco o nulla.
Sto un po' indietro con l'Università, nulla di drammatico, ma sto un po' indietro. Devo preparare ancora 3 esami e darne 5, quando invece dovrei aver già finito; quelli puntuali si laureano tra luglio e dicembre, io - se mi va bene - finirò tra aprile e maggio, giusto in tempo per non pagare un nuovo anno di tasse. Intanto mi sono imbattuta in un'interessante ipotesi di tesi, cosa in cui non speravo, ma che al tempo stesso mi costringe a pormi qualche domanda su cui non riesco a riflettere per le ragioni di cui sopra.
Per rendere l'idea, posso dire che in questi giorni sto dedicando le mie energie a mettere appunto la mia capacità di rispondere istantaneamente e senza incertezze a varie domande - più o meno sempre le stesse - riguardo quella roba comunemente chiamata "i costituenti fondamentali della materia", oggetti così astratti che contrastano violentemente col nostro senso comune e forzano l'immaginazione se vie allucinogene. Allo stesso tempo mi sono impegnata nella lettura di alcuni articoli che mi ha indicato il mio ipotetico relatore i cui titoli sono:
"On the genealogy of populations: trees, brances and offsprings";
"Mitochondrial Dna replacement versus nuclear Dna persistence";
"Evolution of the most recent common ancestor bla, bla, bla...".
E' evidente che gli argomenti sono distanti, magari le abilità richieste per affrontarli sono strettamente collegate, ma le tematiche sembrano quasi antitetiche. Su un giornale, un quindicinale di cui ho già avuto modo di parlare, un lettore scrivere in risposta alla lettera che avevo riportato qui:
«Eppure la scienza muove da quella incessante e testarda ricerca di verità che radica in ognuno di noi, in ogni nostro simile di tutte le età, in tutti i luoghi e in tutti i tempi; in quella sete di conoscere così integralmente umana
"Verità" a parte, perché è un termine che non mi piace per niente, anche il legame tra scienza e conoscenza oggi credo meriti un'investigazione più profonda, non possa essere dato così per scontato. Vorrei cimentarmi nel tentativo rispondere a chi ha scritto queste righe, ma proprio non mi riesce di concentrarmi...

giovedì 14 giugno 2007

Quello che non funziona...


Quasi tutto, quasi tutto.
Insomma pare che sabato sera, alla Stazione Tiburtina di Roma, i manifestanti ci abbiano messo del loro nel rendere la situazione poco gestibile. Certo il fatto che si neghino i treni speciali in questi casi è un problema grave che riguarda tutti, ma i modi per affrontarlo sono tanti e forse qualcuno quel giorno ha commesso sistematici errori di valutazione...
A leggere le dichiarazioni degli organizzatori poi sembra che siano nati numerosi nuovi leader "di movimento" e che ognuno di loro abbia fatto tutto da solo, magari con qualche aiutino...

Oggi pomeriggio nell'assemblea di collettivo abbiamo parlato per due ore e passa di quello che non funziona: di noi che siamo gli stessi da un paio di anni e gli studenti del primo e del secondo anno di corso non li conosciamo o quasi; delle iniziative che organiziamo che funzionano finché si mangia si beve e si balla (*), ma per il resto non ci viene quasi nessuno; della crisi di partecipazione che c'è in giro e del ruolo delle strutture organizzate che alla fine ognuno tira l'acqua al mulino suo e se gli altri sono pochi meglio perché così io conto di più. Chi tra di noi non fa parte di "contenitori" più ampi in linea di massima è di queste opinioni, è diffidente - forse in modo esasperato? - e si fa una gran quantità di domande, ma uno dei punti di contrapposizione più dura con la visione delle organizzazioni riguarda le modalità con cui si svolgono le assembleee, nel caso specifico quelle per preparare il 9 giugno: è venuto fuori che ci piacciono gli individui e l'idea di una assemblea che sia un parlamentino dei gruppettini non ci va giù, non abbiamo simpatia per le questioni di legittimità, per le anamnesi di chi porta il contributo del suo pensiero perché ci sembra più sano e naturale valutare il pensiero portato che non il portatore...
In buona sostanza siamo ingenui.

(*) Fanno eccezione le iniziative propriamente "scientifiche" in forma di seminari o incontri con esperti, sempre piuttosto affollate.

lunedì 11 giugno 2007

Commento semi-freddo

Qualche rapido appunto sulla manifestazione del No War Day, prima di leggere commenti di chiunque altro:
  • Bene i numeri, la partecipazione varia e non solo militante all'apparenza;
  • Benissimo il rapporto numerico con la manifestazione di Piazza del Popolo, quasi esilarante;
  • Male il perdurare delle tensioni, superioni al previsto, fuori tempo e fuori controllo, tutt'altra cosa rispetto ai preventivati gesti simbolici;
  • Molto male quello che è successo alla Stazione Tiburtina: che senso ha non far ripartire quelli a cui si è permesso di arrivare? Episodio insensato e per me al momento inspiegabile;
  • Preoccupanti le numerose assenze, specialmente tra le associazioni pacifiste, Emergency in primis. La fase organizzativa è stata gestita male, poco partecipata (quasi blindata) e monopolizzata da alcune strutture: ci sono molti aspetti da ripensare perché chi ieri è rimasto a casa poteva avere ragioni più che legittime e questo non dovrebbe essere possibile.
  • Complessivamente una bella giornata, estenuante.
[continuerà(?)...]

giovedì 31 maggio 2007

martedì 29 maggio 2007

Comunicato stampa del Comitato 9 giugno

No Bush-No War Day
Contro la guerra permanente di Bush

Contro l'interventismo militare del governo italiano

Si terrà sabato 9 giugno il corteo convocato a Roma da un'ampia coalizione di reti, associazioni, sindacati di base, centri sociali forze politiche che hanno promosso il "No Bush-No War Day". La manifestazione partirà alle ore 15 da piazza della Repubblica per arrivare fino a piazza Navona. [...]
Sarà una manifestazione partecipata e popolare, pacifica e determinata, fortemente unitaria vista la pluralità di forze e di culture che ha saputo finora raccogliere - già oltre 200 le adesioni - e aperta a ogni tipo di contributo. [...]
Il movimento contro la guerra degli ultimi anni [...] si è sempre trovato unito nel chiedere il ritiro delle truppe italiane dai fronti di guerra, che ha sempre contrastato l'aumento delle spese militari, che recentemente si è stretto attorno a Emergency continuando a chiedere la liberazione di Hanefi. Un movimento solidale con il popolo palestinese e con il suo diritto alla terra dopo quarant'anni di occupazione israeliana. Un movimento che contrasta l'avallo italiano allo scudo missilistico Usa e che il 17 febbraio scorso ha manifestato compatto contro la decisione del governo italiano di autorizzare il raddoppio della base Usa a Vicenza.


Pensare che un movimento che si riconosce contro la guerra "senza se e senza ma", possa separare le responsabilità dell'amministrazione statunitense da quelle del governo del proprio paese, significa consegnarsi a un'idealità antiguerra in grado di riconoscere le responsabilità dell'unilateralismo armato ma muto di fronte alla guerra quando questa diventa multilaterale.
Eppure non fu così al tempo del Kosovo. Del resto, la stessa, recente, scelta del parlamento italiano di dare il via libera, senza nemmeno un voto, al rafforzamento della missione in Afghanistan con l'invio di nuovi armamenti offensivi, dimostra la crucialità delle responsabilità italiane sullo scacchiere della guerra globale.

La piattaforma che indice il corteo del 9 è incentrata su questi temi: per questo è di per sé unitaria perché parla il linguaggio del movimento.

Per queste ragioni la discuteremo nei prossimi giorni, a livello locale e nazionale, con chiunque ci si voglia confrontare seriamente e nel merito.

Organizzeremo assemblee, dibattiti, forum e confronti nel migliore spirito che proviene dall'esperienza dei movimenti di massa di questi anni [...]. Organizzeremo comitati unitari con l'auspicio che restino sui territori anche dopo il 9 giugno per dare sostanza reale al movimento e farlo fuoriuscire dal solo coordinamento di soggettività organizzate.

Manifesteremo in tanti, dunque, contro Bush e le politiche di guerra del governo italiano: invitiamo tutti e tutte a partecipare a questo corteo; altre polemiche non ci interessano.

Altri vogliono manifestare su una piattaforma diversa che non contempli nessuna critica al governo italiano: si tratta di una divergenza che non può essere nascosta vista la sua rilevanza; una divergenza che si manifesta negli obiettivi che perseguiamo: il ritiro immediato dall'Afghanistan, la revoca del Dal Molin, la revoca dello Scudo spaziale, la revoca degli F35, il taglio delle spese militari a favore di quelle sociali [...].

Comitato 9 giugno

[Il comunicato può essere letto in versione integrale ad esempio qui]

Link interessanti:

sabato 26 maggio 2007

Dovere (Sex crimes and Vatican)

Il video è stato oscurato su Google, You Tube, Bispensiero.it e altri, ma è ancora disponibile su:

romalibera;
61comenoi;
Papa Boys?! Ajo'!!!;
ateo;
Libero Video;
la tela di Penelope;

... e sicuramenti non sono finiti.

venerdì 25 maggio 2007

Emergency e porchetta!

Oggi il nostro magnifico collettivo ha messo su un pranzo sociale - come capita un paio di volte l'anno - a base di porchetta, vino e musica, nel piazzale antistante l'edificio vecchio del nostro dipartimento. Studenti e ricercatori hanno spazzolato tutto, come sempre, in tempi brevissimi. Questa volta però l'evento presentava delle novità: la pasta fredda e le insalate, il banchetto di Emergency con possibilità di comprare loro accessori e/o lasciare un'offerta libera maggiorando arbitrariamente ill prezzo di cibo e bevande, l'incontro con un medico dell'associazione da poco rientrato dall'Afghanistan a seguire nel pomeriggio. Bilancio: la pasta, pure se piuttosto tiepida, è andata forte; le offerte sono state laute e di massa; l'incontro-assemblea completamente disertato. Qualche centinaio di persone a mangiare e fare beneficenza, pochissime decine ad ascoltare il medico di Emergency (e tutte fortemente politicizzate). Dico beneficenza perché se lasci i soldi e scappi il tuo gesto non ha altra classificazione.
Come si spiega?
Ogni ipotesi è ben venuta.

domenica 29 aprile 2007

Temporaneamente

Temporaneamente questo blog sarà utilizzato in modo anomalo.

I post pubblicati non saranno qui stabilmente, ma sosteranno solo per brevi periodi, perché affetti da nomadismo compulsivo.

venerdì 27 aprile 2007

Un comunicato di una certa importanza...

Riporto un comunicato che ho ricevuto via e.mail, riservandomi di commentarlo in un secondo momento per mancanza di tempo

Il dissenso non può essere imbavagliato!

L'articolo 1 per Francesco Brancaccio, detto Copertina. Per un fuorisede come Francesco non è stata cosa facile il rientro a Oriolo, il piccolo paese in provincia di Cosenza dove vivono i suoi genitori e dove lui stesso è ancora residente. Un rientro che ha subito coinciso con la visita casalinga dei carabinieri. Evidentemente una gestazione meticolosa e paziente, una visita da lungo tempo preparata, magari durante il periodo di arresti domiciliari che, proprio l'estate passata, Francesco aveva subito. Poi la mossa del Questore, responsabile della notifica.

La notifica dell'avviso orale, presupposto per le misure di prevenzione (Articolo 1 della legge Scelba del '56, poi modificata da Cossiga nell'88), per Francesco descrive chiaramente lo stato di salute pessimo della democrazia italica. L'ammonimento viene notificato per la quantità di reati accumulati (quali reati, si tratta solo di denunce e processi ancora da aprire!), per le frequentazioni poco raccomandabili (Esc o i collettivi universitari sarebbero una frequantazione deliquenziale, peggio "mafiosa", e poco raccomandabile! ), per decretare l'imposizione di una nuova condotta, di un nuovo stile di vita.

L'uso della legge Scelba è un evidente attacco alle pratiche di conflitto e di democrazia radicale che Francesco, assieme a tant*, condivide nell'università e nella città di Roma. Conflitti che, alla luce del sole, chiedono maggiore giustizia, combattono la precarietà, producono saperi altri. Conflitti costituenti di nuove forme di vita, di socialità autonoma e ricca, di condotte indisponibili alle logiche del mercato e della guerra globale permanente.

Francesco è un studente, un attivista dei centri sociali, un fratello da sempre protagonista delle battaglie che hanno investito in questi anni il tessuto metropolitano romano, ma anche quello europeo!

L'attacco da lui subito è un attacco che colpisce tutti i movimenti, che colpisce le esperienze di lotta all'università , che colpisce i centri sociali.

Per quale motivo proprio adesso, con il governo Prodi e non quello Berlusconi, ripetiamo il governo P R O D I, la Questura di Cosenza abbia dato il via libera ad una simile aberrazione repressiva ci è poco chiaro. Al seguito della contestazione ironica nei confronti del Presidente della Camera Fausto Bertinotti, in merito al protagonismo italiano negli scenari di guerra come quello afghano, si è scagliata su Francesco, gli studenti della Rete per l'Autoformazione e del Coordinamento dei collettivi de La Sapienza, una pesante reazione politica.

Ci auguriamo che non sia stato questo contesto di stigmatizzazione o, più in generale, il tentativo di marginalizzare le pratiche di dissenso ad aver dato via libera all'iniziativa della Questura cosentina. Sarebbe un fatto gravissimo, sarebbe la resa dello spazio politico democratico. Quando nessun reato specifico viene contestato, ma sono la possibilità di praticare conflitto e di domandare giustizia in generale ad esser messi sotto accusa, la democrazia viene meno, un nuovo autoritarismo si profila all'orizzonte.

Invitiamo i movimenti universitari, i centri sociali, le straordinarie esperienze di lotta per i beni comuni, i movimenti antirazzisti, i movimenti di lotta per la casa a prender parte rispetto a quanto accaduto.

L'attacco a Francesco non è una questione privata!

Esc, atelier occupato (Roma) - Rete per l'Autoformazione (La Sapienza -
Roma3)

lunedì 16 aprile 2007

Appunti sul pensiero scientifico

L’idea che l’evoluzione della scienza sia oggettivamente determinata mediante criteri esclusivamente interni e che il sapere scientifico progredisca attraverso un’accumulazione lineare di conoscenze sempre più perfezionate è stata abbandonata da tempo, almeno dagli scienziati più attenti (non da Odifreddi, per intenderci).
In quanto declinazione del pensiero umano, il pensiero scientifico è complesso e non può essere appiattito sul concetto di nozione scientifica o su quello di metodo, di cui ancora non si riesce a dare una definizione soddisfacente. La storia insegna che l’aspetto empirico-induttivo è appunto solo un aspetto, spesso neppure determinante: la scienza non è mai stata mera razionalità applicata all’esperienza, ovvero combinazione due elementi statici che non ne spiegherebbero il progresso. Hanno invece un peso enorme l’intuito e la sensibilità dei singoli scienziati, i rapporti umani all’interno della "comunità scientifica" (*), l’influenza della cultura dominante. [leggi tutto]


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(*) questo almeno fino a qualche decennio fa, oggi anche lo stesso concetto di "comunità scientifica" ha perso il suo senso originario.

venerdì 13 aprile 2007

Riflessioni sull'orlo della non-violenza

“Ed un gruppetto di 30 ha urlato: buffone, assassino”.
Siamo (o forse dovrei dire "sono", perché io fisicamente non c'ero) diventati trenta dai cinquanta - sessanta dei giornali di martedì. Trenta estremisti violenti, perché "la violenza sta nella menzogna" e "perché non ho mai visto un Bertinotti buffone o assassino"
[Massimo Fagioli, "Trasformazione", Left - 6/4/2007].


Ho pensato di dover tornare sull’argomento, ma queste parole pesano come macigni e forse non voglio farlo. E’ tardi, ormai. E poi non mi piace ripetermi, non mi è mai piaciuto...
Che potrei dire? Ribadire che il coro cantava "assassini", riferendosi al governo e alle istituzioni rappresentate dal Buon Fausto e non un personale quanto surreale "assassino"? Insistere nel sostenere che legittimare C.L., un’organizzazione clericale dalle mille propaggini che inganna e manipola le matricole alle elezioni dei rappresentanti, che cerca di far accreditare il Creazionismo come teoria scientifica, che fa propaganda anti-abortista nell'Università e che sfrutta lavoratori disabili con le sue Cooperative Sociali per poi venire a parlarci - cambiando per l'ennesima volta nome - della povertà in Sud America, è assolutamente intollerabile? Forse sarebbe stato più appropriato gridare "ipocrita" che non "buffone", ma in certi casi è anche questione di ritmo. Queste cose però nella mia e.mail precedente non c’erano, eppure suonano come una ripetizione, forse perché le hanno scritte altri, forse perché sono pensieri vecchi che non afferrano il nodo del problema. [leggi tutto]




sabato 31 marzo 2007

Bertinotti contestato alla Sapienza

Un'e.mail inviata a "segnalazioni" il 29/03 in merito alla contestazione avvenuta all'università due giorni prima.


Ho letto tutti gli articoli qui segnalati in merito alla contestazione subita ieri da Bertinotti alla Sapienza, e penso che per come è stata trattata da giornali e telegiornali manchino gli elementi fondamentali per inquadrare la vicenda. Non entrerò nel merito della delle modalità della protesta, ma credo che alcune contestualizzazioni siano indispensabili. I giornalisti sono del tutto estranei alla realtà universitaria, alla quale si accostano solo in queste circostanze, ed i politici che commentano ne sanno ancora meno.
Sarò il più breve possibile ma non voglio dare nulla per scontato.

Forse il primo punto da chiarire riguarda proprio il tema della "non violenza". Nessuna delle due organizzazioni che ha partecipato alla protesta si qualifica come "non violenta" ma non è neppure possibile definirle violente solo in forza di questo, o identificarle come gruppi di facinorosi dediti all'insulto sistematico: si tratta infatti i organizzazioni di studenti, che frequentano e fanno esami. [leggi tutto]

"Iniziativa di ricerca Scienza&Guerra - per indagare i rapporti tra comunità scientifica e potere". Introduzione.

Testo di presentazione dell'iniziativa distribuito nella Città Universitaria (La Sapienza) nei giorni precedenti il primo incontro. Questa che segue è la versione definitiva derivata da modificazioni successive da me stessa apportate al testo originario che avevo scritto, raccogliendo alcune indicazioni dei compagni ed infine ad aggiustamenti ulteriori decisi dall'assemblea di Collettivo del 1/03/2007.




"Consideriamo la scienza un’impresa internazionale e facciamo del nostro meglio per mettere da parte i disaccordi politici, nell'interesse della promozione della scienza stessa".

"Crediamo che sia essenziale che tutte le parti in causa facciano ogni sforzo per separare le differenze sociali e politiche dalla loro partecipazione alla ricerca ed alle pubblicazioni scientifiche. Il conseguimento della conoscenza scientifica necessita di trascendere da tali questioni."

Martin Blume, caporedattore della Physical Review.



Le frasi riportate sono piene di buon senso, di ragionevolezza, onestà intellettuale, il loro autore, viene naturale pensare, deve essere uomo dotato di grandi qualità come "imparzialità", "dedizione", "generosità".
Ci hanno abituati a credere nell’esistenza di un Bene Superiore, la "conoscenza scientifica", al cui conseguimento ognuno di noi si è votato e in nome del quale ogni altra "questione" va messa da parte, trascurata, perché irrilevante.
Possiamo continuare a crederlo tranquillamente, o possiamo porci alcune domande, cercare di scavare un po’ più a fondo, vedere di capire se quella che ci viene propinata è una verità comprovata o un’opinione tra tante, solo largamente diffusa, ma non per questo più esatta. Volendo iniziare dalle parole usate, potremmo domandarci: cos’è la scienza? Ed il Bene di cui si parla, di chi è? A cosa è superiore? Sono interrogativi solo apparentemente banali ai quali non è stata ancora data una risposta definitiva, universalmente riconosciuta, ma che - avremo modo di mostrarlo - oggi sono più che mai attuali. [leggi tutto]

venerdì 30 marzo 2007

Mamadou Ly, “IRAN 1978-1982, una rivoluzione reazionaria contro il sistema” - Prospettiva Edizioni - 2003, pp. 160, €14

(Pubblicato su "Segnalazioni" il 30/10/2006)

Iran 1978-1983

In questo libro si possono rintracciare molti spunti interessanti per un ulteriore approfondimento dei temi trattati nell’incontro con Antonello Sacchetti tenutosi alla libreria "Amore e Psiche". L’autore fornisce un nucleo essenziale di informazioni storiche, indispensabili per contestualizzare la rivoluzione iraniana, e chiarisce i punti fondamentali della politica degli scià, illustrando con precisione sia cosa comportasse per la popolazione la subordinazione a potenze straniere, sia la vera natura della cosiddetta “rivoluzione bianca”, che ha portato più che ad una liberalizzazione dei costumi, ad un’importazione coatta di costumi liberali ed ad una riforma agraria che ha illuso e finito di devastare le economie dei contadini poveri. [leggi tutto]